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Tipologia: Primi vegetariani
Difficoltà «
Costo €
Tempo di preparazione 60 min
Tempo di riposo 60 min
Tempo di cottura 5 minuti
kcal/100 gr N.D.
Rotolo alluminio, ciotole varie, sfogliatrice o mattarello, rotella per pasta fresca, spianatoia, vassoi per pasta fresca, pentola media
Cottura: FORNO + FORNELLO
Per la pasta
200 g di farina di Kamut
50 g di burro
2 uova
1 ciuffo di salvia
Q.B. sale, acqua, Grana Padano 24 mesi
Per il ripieno
600 g di zucca mantovana matura
200 g di amaretti (se possibile mantovani)
100 g di Grana Padano 24 mesi
1 uovo
1 pizzico di noce moscata
Q.B. sale
Oggi per il Calendario Italiano del Cibo, siamo in Lombardia a Mantova. A.I.F.B. e l'ambasciatrice di giornata Antonella Marconi, celebrano la Giornata nazionale del tortello di zucca. La provenienza di questo piatto si può far risalire al '500 nel Rinascimento, in questo periodo dopo la scoperta delle americhe iniziano ad arrivare anche i nuovi vegetali dalle varie spedizioni, tra cui le zucche dell’America Centrale. Tale ingrediente, trova subito impiego grazie ai cuochi delle Corti dell’epoca. I Gonzaga a Mantova, coltivavano la nobile arte della cucina e dell’accoglienza; presso la loro corte erano presenti i i migliori cuochi del periodo. Molti di loro erano di origine ebraica, e proprio per i vincoli religiosi la zucca venne presto adottatta nella loro cucina e di conseguenza in quella di corte arricchita da altri preziosi ingredienti. Tuttavia un editto, bandì gli ebrei dal territorio dei Gonzaga. Tra loro diversi cuochi e pastai fuggirono verso Piadena e Cremona, diffondendo in queste zone e in seguito in tutta l'Emilia la tradizione del tortello di zucca, con tutte le varianti. Nel 1584 il maggiordomo e scalco Giovanni Battista Rossetti di Ferrara, li cita per la prima volta nel suo libro Dello Scalco. Nato come piatto nobile ben presto, il tortello di zucca assume anche una connotazione popolare. Considerando che la zucca era considerata un ingrediente umile, i tortelli realizzati con quest'ultima nella provincia di Reggio Emilia sono stati per molto tempo il piatto della festa dei contadini. La zucca era diffusa ovunque e costava poco, a differenza della carne, indispensabile per il ripieno dei tortellini, cibo della festa delle case dei ricchi. Popolare anche perché l'utilizzo di avanzi di vario tipo per farcire le paste era uso tipico delle famiglie povere per ottenere un cibo nutriente. Ben presto, il tortello di zucca divenne un piatto consumato su tutte le tavole senza distinzioni, ottenendo un posto privilegiato nella tradizione gastronomica dei piatti della Vigilia di Natale, dove il magro religioso era rigoroso. Vi lascio all'approfondimento di Antonella e al mio contributo con la versione originale dei "Tortelli di zucca Mantovani"
Fonti:
http://www.academiabarilla.it/ricette/emilia-romagna/tortelli-zucca-1.aspx
http://gastronomiapiccinini.it/i-tortelli-di-zucca-un-po-di-storia/
Mondate la zucca eliminate i semi e i filamenti e avvolgetela dentro la pellicola di alluminio (1). Mettete a cuocere con il forno ventilato a 150° fino a renderla bella morbida. Nel frattempo disponete la farina a fontana e aggiungete le uova e un pizzico di sale al centro e iniziate a mescolare con la forchetta incorporando la farina (2). Lavorate poi, velocemente l'impasto con le mani (aggiungete un po d'acqua se necessario, la pasta deve rimanere morbida); formate una palla e lasciate riposare avvolta nella pellicola per mezzora (3).
pronta, estraete la zucca dall'alluminio e con l'ausilio di un cucchiaio raccogliete la polpa. Schiacchiatela con la forchetta sul piatto (7) e fate raffreddare; aggiungete la zucca nella ciotola (8), la noce moscata, l'uovo (8) e aggiustate di sale (se l'impasto risultasse troppo umido, usate solo il tuorlo) e impastate velocemente. La consistenza deve essere tale che formando un
cilindretto, sarete in grado di tenerlo tra le dita senza che cada o si deformi (10). L'impasto deve a questo punto maturare lasciatelo riposare coperto da pellicola per un'ora; . Trascorso questo tempo, porzionate la pasta e tirate la sfoglia (11); mettete su di essa porzioni di impasto grosse come metà noce (12). Considerate che il tortello deve avere forma rettangolare circa 4 centimetri per 6.
Tirate la seconda sfoglia e sovrapponetela alla prima (13). Sigillate con le mani la pasta facendo uscire tutta l'aria (14), quindi con la rotella rifilate i bordi, tagliate i tortelli (15) e metteteli sul vassoio per pasta spolverato si farina. Ripetete i passi dall'11 al 15 fino a terminare l'impasto. nel frattempo mettete a bollire la pentola con l'acqua, prendete la padella e sciogliete il burro; quando
inizierà a spumeggiare aggiungete la salvia (16), abbassate la fiamma e cuocete per un minuto quindi allontanate dal fuoco. A bollore salate l'acqua e mettete a cuocere i tortelli (17). Da chè emergono contate un minuto, quindi scolateli nella padella (18) con il burro e saltateli fuori dal fuoco (non dovete friggerli devono rimanere morbidi). Serviteli immediatamente nei piatti e cospargete con abbondante Grana Padano grattuggiato. Decorate con una fogliolina di salvia.
Il piatto "principe" della cucina mantovana. Voglio solo aprire una parentesi sul nome della pasta... lo so'che tra du voi qualcuno avrà gia pensato che questi sono ravioli e non tortelli ... l'Italia è un paese tanto complicato quanto bello, ciò che vale in una regione o in una città, non necessariamente vale anche in un'altra. Dunque credetemi, a Mantova questi sono tortelli. Deliziosi niente da dire, quando arriva il periodo delle zucche si recupera una "mantovana" che per me è sempre la varietà a buccia verde scura (Hokkaido) e si produce. Considerate che la ricetta originale prevede per il ripieno un tempo di riposo che va da un minimo di 24 ad un massimo di 48 ore. Come avrete capito noi non abbiamo rispettato i tempi canonici previsti ma se voi ne avrete la possibilità, v'invito a provare la differenza, perchè la maturazione del composto, conferirà alla pasta il profumo e il sapore tipico del tortello mantovano.
Vino consigliato: Lambrusco mantovano "Il Mantovano" DOC - Azienda agr. Lorenzo Ramò